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Elsa Morante, que le
conocía desde el año 1953, profesa una enorme estima por Pier Paolo, su
‘Rimbaud del Siglo XX’. Traduce el pasoliniano Solo l’amare, solo il conoscere, conta (Cineri, Il pianto della scavatrice) por su Solo chi ama conosce (Alibi). Amistad
que se enfría y convierte en fuerte crítica a partir de 1969. Profundamente
desilusionada reconoce que Pasolini para ella non si è rivelato essere quell’uomo che
lei aveva dipinto, quel geniale Rimbaud forte della sua maledizione. Pasolini
era diventato insopportabile nella sua angoscia di sentirsi sempre messo sotto
accusa. Si sentiva escluso e condannato anche quando non lo era, e avvertiva il
bisogno di difendersi continuamente. Si ripiegava sempre più su se stesso, e
aveva abiurato per sempre quella vena poetica così pura delle poesie friulane e
delle Ceneri. Alejamiento crítico, especialmente, a partir de
la boda de Ninetto en 1971: Pasolini non riesce più ad ascoltare gli altri e a instaurare
un confronto. Nelle sue poesie c’è solo lui, solo il suo narcisismo, e non c’è
posto per gli altri. Al massimo vi si sente l’eco di altre persone a lui care e
vicine, ma la loro immagine risulta sempre filtrata e deformata dalla presenza
di un Ego assoluto e totalizzante, padrone incontrastato della scena. Elsa, desengañada, manifiesta entonces que Pasolini non essere la pura e inconcussa che egli
credeva, né tantomeno colei che crede di avere l’autorità di rimproverare
qualcuno (Cf. Elsa Morante, Alibi, in E. Morante, Opere, a cura di C. Cecchi e C. Garboli, Meridiani Mondadori, Milano 1988)
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